Ricordate i simpatici personaggi di “Esplorando il corpo umano”? Erano figure antropomorfe di organi, di globuli rossi, globuli bianchi, vitamine, linfociti, batteri e virus, così modificati per avvicinare i più piccoli a comprendere e a familiarizzare con il mondo dell’anatomia umana in una modalità ludica, divertente e semplificata.
Bisogna dire che i bambini non sono gli unici a trarre vantaggio da questa antropomorfica visualizzazione del corpo, difatti la tecnica della visualizzazione anatomica è anche molto utilizzata nei disturbi psicosomatici, nel campo medico, specialmente nella cura dei pazienti oncologici.
Si deve ricordare che il cancro viene spesso ancor oggi etichettato come “il male incurabile” e sebbene ormai è risaputo che al suo sviluppo concorrono diversi fattori genetici, legati all’età, allo stile, alle somatizzazioni, basta questa concezione di “malattia incurabile” a renderlo temibile e molto potente.
L’utilizzo della tecnica di visualizzazione invece riduce questo evento e lo rende un avversario, anche se ancora purtroppo temibile, ma anche medicalmente e psicologicamente superabile e attaccabile.
L’utilizzo della visualizzazione è fondamentale specialmente nei momenti più difficili da affrontare per il paziente, ovvero durante la chemioterapia, durante la radioterapia e negli esami diagnostici potenzialmente angoscianti, come la risonanza magnetica, PET e TAC.
Da molte testimonianze di pazienti oncologici è emerso che ciò che li sostiene, oltre alla vicinanza dei medici, al calore dei propri cari e alla informazione sulle varie fasi di cura e alla conoscenza dei medicinali, è anche la propria capacità immaginativa di visualizzare le parti del loro corpo come dei “combattenti” contro il “drago/cancro”.
Tale visualizzazione può emergere sia come una capacità naturale del paziente, sia come tecnica acquisita attraverso l’insegnamento della visualizzazione da parte del personale medico o anche infermieristico altamente e specificamente formato. Inoltre l’apprendimento della tecnica permetterà al paziente di utilizzarla autonomamente ogniqualvolta ne avvertirà la necessità.
Dietro la visualizzazione delle immagini anatomiche, ricorre il concetto di “animismo infantile”, ovvero la tendenza a concepire le cose come viventi e dotate d’intenzionalità descritta da J. Piaget, che permette di identificare le nostre cellule somatiche come esseri “buoni” e le cellule tumorali come “antagonisti” contro cui muovere battaglia.
La visualizzazione di immagini antropomorfiche, (che tra l’altro hanno dato vita sia a una serie televisiva “ Esplorando il corpo umano”, sia al film di animazione “Osmosis Jones” dove il corpo umano viene rappresentato come un vero ambiente, un mondo popolato da diverse creature che si dividono in due schieramenti: i globuli rossi, i globuli bianchi, le piastrine ecc. che rappresentano i “buoni” e i batteri e i virus rappresentanti gli “avversari” del corpo), possono influenzare l’andamento delle cure mediche e aiutare il paziente a minimizzare e considerare controllabile la percezione della propria malattia.
Di solito si può partire da una visualizzazione di un cavaliere o comunque di un eroe, che personifica le cure mediche o la “vitalità” del paziente, ed è chiamato a sconfiggere un grande avversario di solito un drago rappresentante il cancro; con il tempo e con un adeguato allenamento di immaginazione guidata si può riuscire a modificare il drago e a minimizzarlo, ripensandolo come un animale molto più piccolo fino a immaginarlo come un parassita, facile da schiacciare e a uccidere con un semplice “insetticida”, ovvero le cure mediche adeguate.
Le immagini visualizzate e il lavoro di modifica che ad esse si può apportare (minimizzazione, modifica delle dimensioni e delle potenzialità del drago, ecc.) sono quindi una potente arma personale che possono influenzare e migliorare l ‘umore del paziente e le sue capacità di sconfiggere il cancro, facendolo sentire maggiormente responsabile del proprio corpo e quindi più capace di percepire e controllare i processi somatici disfunzionali, normalmente non esplorati.
Letture consigliate:
- J.Piaget, Psicopedagogia e mentalità infantile, Firenze, Le Monnier, 1970.
- J. Piaget, La rappresentazione del mondo nel fanciullo, Torino, Edizioni scientifiche Einaudi, 1955; Torino, Boringhieri, 1966.
- C.Filardi, N. Costa, La principessa Fuzza, Mandragora, 2015
Convegno sul tema:
- “Il linguaggio della malattia. Pensare psicosomatico: corpo, sogni e parole nella relazione terapeutica”XXV Congresso Nazionale della SIMP.
